Cassazione penale Sez. III sentenza n. 11556 del 20 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:11556PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di divulgazione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-ter, comma 3, c.p. richiede, oltre alla volontà di procurarsi il materiale illecito, anche ulteriori elementi indicativi della specifica volontà dell'agente di diffonderlo e divulgarlo, come la condivisione per un lungo periodo, il suo effettivo scaricamento da parte di numerosi altri utenti, l'adozione di accorgimenti per renderne difficile l'individuazione, ovvero l'accertata esperienza tecnica dell'imputato. La mera utilizzazione di programmi di file sharing che comportino l'automatica condivisione del materiale acquisito non integra di per sé tale volontà, in assenza di tali ulteriori elementi. Inoltre, ai fini dell'integrazione del reato, è necessario che i file siano stati interamente scaricati e siano concretamente visionabili con i programmi a disposizione dell'utente, non essendo sufficiente il mero tentativo di scaricamento. Quanto al reato di detenzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-quater c.p., esso è configurabile anche nel caso in cui il materiale sia stato realizzato dallo stesso minore, salvo che non emerga l'assenza di un differenziale di potere, di età, maturità ed esperienza tale da integrare forme di coercizione o condizionamento della volontà del minore. La detenzione è inoltre integrata anche quando il materiale sia stato lasciato nella cartella temporanea del computer, senza necessità di uno spostamento in apposite cartelle.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. SAMERARO Luca - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/03/2021 della Corte di appello di Bologna visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Alessandro Maria Andronio; udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Felicetta Marinelli, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato;
udito il difensore, avv. Alessandro Armaroli.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 23 marzo 2021, la Corte di appello di…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.