Il falso in dichiarazione sostitutiva finalizzato all'ottenimento del patrocinio a spese dello Stato integra il reato di cui all'art. 95 del D.P.R. n. 115/2002, anche qualora l'imputato abbia affidato ad altri la predisposizione della documentazione, non potendo egli invocare l'errore scusabile o l'assenza di dolo in ragione della mancata verifica del contenuto della dichiarazione. Infatti, la norma incriminatrice richiama espressamente l'art. 76 del medesimo decreto, sicché l'errore sulla nozione di reddito rilevante ai fini dell'ammissione al beneficio non esclude l'elemento soggettivo del reato. Inoltre, la mancata concessione delle attenuanti generiche è adeguatamente motivata dalla Corte di merito sulla base della gravità del fatto e dell'assenza di elementi positivi da valutare ai fini della loro applicazione. Infine, la tardività della richiesta di applicazione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. ne determina l'inammissibilità in sede di legittimità.