Cassazione penale Sez. V sentenza n. 53400 del 28 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:53400PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente, anche attraverso espressioni verbali, limita la libertà psichica della vittima, prospettandole il pericolo di un danno ingiusto, senza che sia necessario il concreto verificarsi di uno stato di intimidazione, essendo sufficiente l'attitudine della condotta ad intimorire. L'indeterminatezza del male minacciato è irrilevante, purché esso sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente. La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall'art. 131-bis c.p., non è applicabile ai reati di competenza del giudice di pace, in quanto il sistema sostanziale e processuale introdotto per tali reati attribuisce rilievo alla tenuità del fatto anche in funzione conciliativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/04/2017 del TRIBUNALE di ENNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. IRENE SCORDAMAGLIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SALZANO FRANCESCO, che conclude per l'inammissibilita'.
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza resa in data 19 aprile 2017, il Tribunale di Enna, in fu…

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