Le amministrazioni competenti in materia di governo del territorio hanno il dovere di prevedere e mettere a disposizione spazi pubblici adeguati per l'esercizio della libertà di culto, nel rispetto del principio di laicità e senza discriminazioni tra le diverse confessioni religiose. Tale obbligo discende direttamente dai principi costituzionali a tutela della libertà religiosa e del libero esercizio del culto, che impongono alle pubbliche autorità di non frapporre ingiustificati ostacoli all'insediamento di luoghi di culto, indipendentemente dalla necessità di uno specifico strumento di pianificazione urbanistica. Pertanto, l'amministrazione comunale non può limitarsi a rinviare sine die l'avvio del procedimento per l'individuazione di aree da destinare a servizi religiosi, ma è tenuta a valutare concretamente la domanda presentata, avviando un'istruttoria finalizzata all'effettiva reperibilità di spazi idonei, anche attraverso il ricorso a varianti parziali dello strumento urbanistico generale, senza che la mancanza di un piano delle attrezzature religiose possa costituire un ostacolo ingiustificato all'esercizio della libertà di culto.