Il recupero di somme indebitamente corrisposte ai medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, a seguito di un riallineamento delle banche dati aziendali, è soggetto alla disciplina dell'indebito oggettivo di cui all'art. 2033 c.c. Pertanto, l'onere di provare l'inesistenza di una causa giustificativa del pagamento per la parte che si assume non dovuta grava sull'Azienda Sanitaria, in quanto titolare della pretesa restitutoria, a prescindere dalla posizione processuale assunta dalle parti. Tale onere probatorio non può essere assolto con la mera indicazione di un dato numerico relativo all'eccedenza corrisposta, essendo necessaria l'individuazione nominativa degli assistiti cui si riferiscono gli scostamenti che avrebbero generato l'indebito, in considerazione della peculiare posizione dei medici convenzionati rispetto alla disponibilità dei dati relativi all'anagrafe degli assistiti, i quali sono nella esclusiva disponibilità dell'Azienda Sanitaria in adempimento degli obblighi informativi previsti dalla normativa di settore. Pertanto, in assenza di tale specifica allegazione da parte dell'Azienda, la domanda di ripetizione dell'indebito deve essere respinta, indipendentemente dalla regola che disciplina l'onere della prova nelle azioni di accertamento negativo di un indebito oggettivo.