Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15697 del 14 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:15697PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente compie atti idonei e diretti in modo non equivoco a commettere il delitto, anche se questo non si verifica per cause indipendenti dalla sua volontà. La predisposizione di mezzi e strumenti atti a facilitare la commissione del reato, il posizionamento nei pressi del luogo prescelto per l'azione delittuosa e l'intervento anticipato delle forze dell'ordine, che esclude la possibilità di una desistenza volontaria, integrano gli estremi del tentativo, a prescindere dal fatto che l'azione criminosa non sia stata portata a compimento. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve tenere conto della gravità dei precedenti penali dell'indagato, anche se questi è stato sottoposto a misure meno afflittive, qualora tali precedenti dimostrino la radicalità della sua scelta criminale e non consentano una prognosi positiva circa il pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ci. Ca. , n. a (OMESSO);

Ca. Ma. n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Milano in data 27 ottobre 2008;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLLA Giorgio;

udito il Procuratore generale nella persona del sostituto Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza del 5 marzo 2008 il G.i.p. del Tribunale di Milan…

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