Il potere di annullamento in autotutela di un provvedimento amministrativo, anche oltre il termine di 18 mesi previsto dall'art. 21-nonies, comma 1, della legge n. 241/1990, può essere esercitato dall'amministrazione qualora il provvedimento sia stato conseguito sulla base di false rappresentazioni dei fatti o di dichiarazioni sostitutive di certificazione e dell'atto di notorietà false o mendaci, senza che sia necessario l'accertamento della falsità con sentenza passata in giudicato, quando la non veritiera prospettazione dei fatti rilevanti da parte del soggetto interessato abbia sortito un rilievo determinante per l'adozione dell'atto illegittimo. In tali casi, l'amministrazione può legittimamente fondare l'annullamento in autotutela sulla rilevata non veridicità delle circostanze a suo tempo prospettate dal privato, in capo al quale non sarà configurabile una posizione di affidamento legittimo da valutare in relazione al concomitante interesse pubblico. Grava sul proprietario l'onere di provare la realizzazione del manufatto in epoca anteriore all'entrata in vigore della legge n. 761/1967, che ha esteso l'obbligo di previa licenza edilizia alle costruzioni realizzate al di fuori del perimetro del centro urbano, e la mancata prova di tale circostanza legittima l'annullamento del titolo abilitativo ottenuto in base a false rappresentazioni dei fatti.