Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44017 del 25 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:44017PEN

Massima

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La falsa dichiarazione delle proprie generalità a pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, nell'esercizio delle relative funzioni, integra il reato di cui all'art. 496 c.p., a prescindere dalla formalità dell'interrogatorio, essendo sufficiente una mera richiesta di identificazione. La prova testimoniale dell'ufficiale procedente, ove ritenuta attendibile, è di regola sufficiente a sostenere l'accusa, senza necessità di ulteriori riscontri oggettivi, salvo i casi eccezionali previsti dall'art. 192 c.p.p. La particolare tenuità del fatto, ai sensi dell'art. 131-bis c.p., può essere valutata solo se espressamente dedotta dalla difesa in sede di impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/06/2015 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. VESSICHELLI MARIA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. CORASANITI Giuseppe, che ha concluso per il rigetto.
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto.
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Propone ricorso per cassazione (OMISSIS…

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