La confisca dei beni prevista dalla legge n. 575 del 1965 può essere disposta nei confronti di soggetti sottoposti a misure di prevenzione personale, anche in assenza di una condanna penale definitiva, quando sussistono sufficienti indizi della provenienza illecita dei beni, desumibili dalla sperequazione tra il tenore di vita e l'entità dei redditi apparenti o dichiarati. Tali indizi possono essere integrati anche dalla condanna definitiva per il reato di associazione mafiosa, che fa presumere la pericolosità sociale del proposto e la disponibilità di proventi illeciti, senza necessità di ulteriori accertamenti sulla attualità della pericolosità. Inoltre, la presunzione di disponibilità dei beni intestati al coniuge, ai figli e ai conviventi dell'indiziato nell'ultimo quinquennio opera senza necessità di specifici accertamenti, in ragione del più accentuato pericolo di fittizia intestazione e della maggiore probabilità dell'effettiva disponibilità da parte del medesimo. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione sui provvedimenti in materia di prevenzione è limitato alla violazione di legge e non si estende al controllo dell'iter giustificativo della decisione, a meno che questo sia del tutto assente.