Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25080 del 16 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25080PEN

Massima

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La minaccia, per integrare il reato di cui all'art. 612 c.p., deve essere valutata in concreto in relazione al contesto in cui è stata pronunciata, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti, quali l'età e le condizioni personali sia dell'autore che della persona offesa, nonché l'effettiva idoneità della condotta a suscitare un fondato timore nell'animo di quest'ultima. La mera astratta potenzialità intimidatoria della frase utilizzata non è sufficiente, essendo necessaria una valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, al fine di accertare la concreta offensività della minaccia. Inoltre, l'abrogazione del reato di ingiuria ad opera del d.lgs. n. 7/2016 comporta l'annullamento senza rinvio della condanna per tale imputazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS), il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/7/2015 del Giudice di Pace di Belluno;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ORSI Luigi, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per l'ingiuria e per l'inammissibilita' nel resto del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (…

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