Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19361 del 4 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:19361PEN

Massima

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Il reato di sostituzione di persona, di cui all'art. 494 c.p., si configura quando l'agente, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore sostituendosi ad altri, in modo da far apparire come propria la condotta o la qualità di un terzo. L'elemento costitutivo essenziale del reato è l'induzione in errore del soggetto passivo circa l'identità del soggetto agente, non essendo sufficiente la mera assunzione di una falsa identità o qualità. Pertanto, la mera utilizzazione di un account di posta elettronica altrui, in assenza di prova che tale condotta abbia effettivamente indotto in errore il destinatario della comunicazione circa l'identità del mittente, non integra gli estremi del reato di sostituzione di persona. Inoltre, la valutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata è preclusa in sede di legittimità, essendo il giudice di cassazione tenuto a limitarsi al controllo della motivazione, che deve essere intrinsecamente razionale e capace di rappresentare e spiegare l'iter logico seguito. Infine, la concessione delle attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale è tenuto a valutare il fatto globalmente, in tutte le sue componenti oggettive e soggettive, senza l'obbligo di esaminare tutti gli elementi di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS)ER nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 9/07/2015 della Corte di appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Barbara Calaselice;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Lignola Ferdinando, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore della parte civile, avv. (OMISSIS), che ha eccepito la tardivita' del ricorso …

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