Il reato di detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio è configurabile quando gli elementi di prova, valutati nel loro complesso, siano incompatibili con l'ipotesi dell'uso esclusivamente personale della droga. L'onere di dimostrare la destinazione illecita della detenzione incombe sull'accusa, mentre l'imputato può fornire la prova contraria, dimostrando che la detenzione sia stata ad uso esclusivamente personale. Ai fini dell'accertamento, il giudice deve tenere conto di tutti gli indici previsti dalla legge, come la quantità della sostanza, le modalità di confezionamento e detenzione, la presenza di strumenti per il frazionamento e il confezionamento, nonché ogni altra circostanza oggettiva e soggettiva del fatto. La tesi difensiva sull'uso personale non può essere puramente congetturale, ma deve trovare riscontro nelle emergenze processuali. L'applicazione dell'esimente della particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. non può essere dedotta per la prima volta in cassazione, se non era stata richiesta nei precedenti gradi di giudizio, salvo che la sentenza impugnata sia anteriore all'entrata in vigore della norma.