Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18033 del 12 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:18033PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione sussiste quando l'agente, con minaccia idonea a incutere timore nell'animo della vittima, si adopera per ottenere ingiustamente un profitto patrimoniale, anche se tale scopo non viene effettivamente raggiunto. La minaccia deve essere valutata in relazione alle concrete circostanze del caso, senza che rilevi lo stato emotivo dell'agente o l'assenza di una pressione psichica tale da annullare o limitare il potere di autodeterminazione della vittima. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, gode di ampia discrezionalità, purché la motivazione sia logica, coerente e non contraddittoria, senza che il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione possa estendersi a una rivalutazione del merito della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Libero - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 479/2007 CORTE APPELLO di ANCONA, del 13/03/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI Domenico;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FEBBRARO Giuseppe che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. Ambrosio Giuseppe che si ripor…

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