Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39361 del 5 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:39361PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, avvalendosi della sua posizione e dei poteri connessi all'ufficio ricoperto, si appropria di somme di denaro di cui ha la disponibilità in ragione del suo servizio, commette il reato di peculato. Tale condotta è punibile anche quando l'appropriazione avvenga mediante artifici e raggiri, come la falsa attestazione di pagamenti mai effettuati o l'alterazione di documenti contabili, al fine di occultare l'illecita sottrazione. La responsabilità penale del pubblico ufficiale può essere affermata sulla base di un complesso di elementi indiziari, purché dotati dei requisiti di precisione, gravità e concordanza, che consentano di ricostruire con certezza l'avvenuta appropriazione e l'assenza di plausibili giustificazioni alternative. In tali casi, il giudice di merito deve fornire una motivazione congrua e logica, senza incorrere in manifeste illogicità o valutazioni meramente congetturali, nel rispetto dei consolidati principi giurisprudenziali in tema di valutazione della prova indiziaria. La pena da irrogare deve essere determinata tenendo conto di tutti i criteri di cui all'art. 133 c.p., senza che il giudice possa ometterne l'esame o la ponderazione, salvo che tale valutazione non risulti già implicitamente effettuata nella motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. APRILE Erco - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedetto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 23/05/2011 della Corte di appello di Venezia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Ercole Aprile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale SCARDACCIONE Vittorio Eduardo, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;

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