Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18314 del 16 giugno 2020

ECLI:IT:CASS:2020:18314PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, in caso di declaratoria di prescrizione del reato, può pronunciare sentenza di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p. solo quando gli atti processuali dimostrino in modo evidente e non controvertibile l'innocenza dell'imputato, escludendo in modo certo la sussistenza del fatto, la sua commissione da parte dell'imputato e l'elemento soggettivo del reato. L'imputato che, senza aver rinunciato alla prescrizione, proponga ricorso per cassazione avverso la sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, è tenuto a pena di inammissibilità a dedurre specifici motivi a sostegno di tale evidenza assoluta di innocenza, non potendo sollecitare una mera prova di resistenza tra gli elementi di responsabilità e quelli di proscioglimento, in quanto ciò implicherebbe valutazioni di merito incompatibili con il giudizio di legittimità in caso di declaratoria di prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/09/2017 della Corte di Appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere SGADARI Giuseppe;
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale TOCCI Stefano, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che ha conclu…

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