Il provvedimento del giudice della volontaria giurisdizione relativo alla nomina o revoca dell'amministratore di condominio, anche quando si inserisce in una situazione di conflitto tra condomini, si configura come un intervento di natura sostanzialmente amministrativa, finalizzato alla tutela dell'interesse generale e collettivo del condominio ad una corretta amministrazione, privo dell'attitudine a produrre gli effetti del giudicato su posizioni soggettive in contrasto. Pertanto, tale provvedimento non è suscettibile di impugnazione con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., salvo che per la statuizione sulle spese del procedimento, la quale, inerendo a posizioni giuridiche soggettive di debito e credito discendenti da un rapporto obbligatorio autonomo rispetto a quello in esito al cui esame è stata adottata, ha i connotati della decisione giurisdizionale e l'attitudine al passaggio in giudicato. Inoltre, nei procedimenti di volontaria giurisdizione in questione non trovano applicazione le regole di cui all'art. 91 c.p.c. e ss., le quali postulano l'identificazione di una parte vittoriosa e di una parte soccombente in esito alla definizione di un conflitto di tipo effettivamente contenzioso, sicché le spese del procedimento devono rimanere a carico del soggetto che le abbia anticipate proponendo il ricorso per la nomina dell'amministratore o resistendo a tale iniziativa giudiziaria.