Il rilascio dell'autorizzazione allo stoccaggio di prodotti energetici presso depositi di terzi, ai sensi dell'art. 1, comma 945, della L. n. 205/2017, non costituisce un provvedimento vincolato, ma richiede una valutazione discrezionale e complessiva da parte dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli circa l'affidabilità e l'idoneità del soggetto richiedente a svolgere tale attività in modo conforme alla normativa tributaria e antifrode. Tale valutazione non si limita al mero riscontro dei presupposti espressamente previsti dalla legge, ma si estende anche ad elementi ulteriori, quali la capacità patrimoniale dell'istante, la sua affidabilità fiscale e professionale, nonché la concreta disponibilità di un deposito di stoccaggio e l'effettiva capacità economico-finanziaria di svolgere l'attività di trader. Il diniego dell'autorizzazione può pertanto fondarsi, oltre che sulla sussistenza di violazioni gravi e ripetute in materia tributaria, anche sulla mancata presentazione di idonea documentazione comprovante la disponibilità di un deposito di stoccaggio e l'impossibilità di procedere alla valutazione del margine economico dell'attività che il soggetto richiedente intende intraprendere, in quanto tali elementi risultano rilevanti ai fini della verifica della sussistenza, in capo al richiedente, dei requisiti minimi di affidabilità indispensabili per garantire il pieno rispetto della disciplina antifrode e tributaria.