Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12511 del 24 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:12511PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'invio di un messaggio di posta elettronica a contenuto diffamatorio, realizzato mediante l'utilizzo di internet, integra un'ipotesi di diffamazione aggravata, quando plurimi ne siano i destinatari, essendo sufficiente la prova dell'effettivo recapito del messaggio, ovvero che lo stesso sia stato "scaricato" mediante trasferimento sul dispositivo del destinatario, senza che sia necessaria la prova della sua effettiva lettura. Tuttavia, ai fini dell'applicazione dell'esimente dell'esercizio del diritto di critica in tema di diffamazione, è necessario che le affermazioni contenute nel messaggio siano fondate su un nucleo di verità e non trascendano in attacchi personali finalizzati ad aggredire la sfera morale altrui. Inoltre, l'intervenuta estinzione del reato per prescrizione, successiva alla pronuncia di assoluzione per particolare tenuità del fatto, prevale su quest'ultima e comporta l'annullamento della sentenza di appello agli effetti penali, con rinvio al giudice civile competente per valore in grado di appello, al fine di consentire alla parte civile di far valere le proprie ragioni, pur in assenza della possibilità di impugnare la pronuncia di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CANANZI Francesco - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

 
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/07/2021 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCO CANANZ);
letta la requisitoria e le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ANDREA VENEGONI, che ha concluso chiedendo annullarsi senza rinvio la sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Bari, con la sentenza em…

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