Il vizio di forma nella presentazione dell'atto di impugnazione, in particolare la mancata autenticazione della sottoscrizione da parte di un notaio o di altra persona autorizzata, comporta l'inammissibilità del ricorso, precludendo l'esame del merito delle censure formulate. Tale requisito di forma è essenziale per la configurabilità stessa dell'atto di impugnazione e la conseguente instaurazione di un valido rapporto processuale, sicché la declaratoria di inammissibilità determina la formazione di un giudicato sostanziale fin dal momento dell'insorgenza della causa di inammissibilità, senza possibilità di valutazioni di merito. L'inosservanza di tali formalità, previste a pena di inammissibilità dall'art. 583, comma 3, c.p.p., non ammette equipollenti, dovendo assicurarsi la certezza della sottoscrizione mediante l'attestazione dei soggetti espressamente designati dalla legge, a garanzia dell'autenticità dell'atto di impugnazione.