E` manifestamente infondata la questione di legittimita` costituzionale dell`art. 443, comma I, lett. b), cod. proc. pen., nella parte in cui stabilisce che l`imputato non puo` proporre appello contro le sentenze con le quali sono applicate sanzioni sostitutive, sollevata con riferimento al principio di eguaglianza di cui all`art. 3 Cost., su rilievo che vi sarebbe disparita` di trattamento tra imputati condannati a pena detentiva - che possono proporre appello - ed imputati ai quali viene applicata un sanzione sostitutiva - ai quali e` consentito soltanto il ricorso per cassazione. La diversita` di disciplina, infatti, e` espressione della discrezionalita` del legislatore giustificata dai caratteri della pena inflitta. (La Cassazione ha altresi` rilevato che per sostenere l`incostituzionalita` della norma suddetta non puo` neppure essere invocata la sentenza della Corte costituzionale n. 363 del 1991 - la quale ha dichiarato l`illegittimita` costituzionale del secondo comma dell`articolo in questione, nella parte in cui stabiliva che l`imputato non poteva appellare contro le sentenze di condanna ad una pena che non deve essere eseguita - in quanto nella motivazione di tale sentenza si evidenzia implicitamente come la differenza di pena inflitta costituisca criterio ragionevole per una differenza di trattamento in materia di impugnazioni). (V. C. cost. 23 luglio 1991 n. 363).