Il diritto al risarcimento del danno per illegittimo diniego di concessione edilizia si configura quando l'interesse legittimo pretensivo a costruire costituisce una situazione giuridica rilevante meritevole di tutela risarcitoria, ove collegata in via diretta alla condotta antigiuridica e colposa della pubblica amministrazione che ha omesso o ritardato ingiustificatamente il rilascio del titolo abilitativo. Il danno risarcibile comprende il pregiudizio derivante dall'aumento del costo globale di costruzione a causa del ritardo, ma non il mancato utile da locazione, in assenza di prova dell'effettiva appetibilità dell'immobile e di concrete trattative per la sua locazione. Il termine di prescrizione quinquennale per l'azione di risarcimento decorre dal momento in cui il diritto a costruire è divenuto concretamente esercitabile, ossia dalla pronuncia giurisdizionale che ha ordinato l'esecuzione del giudicato favorevole al privato. La responsabilità della pubblica amministrazione per i danni da ritardo nell'adozione del provvedimento edilizio rientra nello schema della responsabilità aquiliana di cui all'art. 2043 c.c., richiedendo l'accertamento della condotta colposa della P.A., del nesso di causalità e dell'ingiustizia del danno, oltre all'elemento soggettivo, non essendo sufficiente la mera illegittimità dell'atto.