Il giudice di legittimità, nell'esercizio del controllo di legittimità sulla sentenza impugnata, è tenuto a verificare la correttezza e la congruità della motivazione adottata dal giudice di merito, senza poter sindacare nel merito le valutazioni di fatto compiute, salvo che non risultino affette da vizi logici o errori di diritto. Pertanto, il ricorso straordinario per cassazione ex art. 625-bis c.p.p. è inammissibile laddove si limiti a confutare il giudizio espresso dal giudice di legittimità, senza evidenziare errori materiali o di fatto a fondamento della decisione ritenuta errata, trattandosi di vizi di giudizio esclusi dall'ambito di applicazione di tale rimedio. Inoltre, il ricorrente non può introdurre nel giudizio di legittimità motivi nuovi, estranei ai capi o punti della decisione impugnata enunciati nell'originario atto di impugnazione, in quanto ciò contrasterebbe con il principio di tassatività e di autosufficienza delle impugnazioni, sancito dall'art. 585, comma 4, c.p.p. Infine, il giudice di legittimità può legittimamente ritenere manifestamente infondate le censure difensive, laddove la motivazione della sentenza impugnata risulti adeguata e coerente, senza che ciò integri un vizio emendabile con il ricorso straordinario.