Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23782 del 19 giugno 2007

ECLI:IT:CASS:2007:23782PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione di donne straniere introdotte clandestinamente in Italia può essere configurato anche in assenza di una rigida struttura gerarchica, essendo sufficiente l'esistenza di un vincolo associativo tra più soggetti, caratterizzato da un'organizzazione stabile e da una pianificazione delle attività illecite, con ruoli e compiti definiti tra i partecipanti, volti al procacciamento, al controllo e allo sfruttamento di prostitute, anche attraverso l'utilizzo di metodi violenti e l'impiego di mezzi e strutture idonei a garantire l'efficienza dell'attività criminosa. La responsabilità penale del singolo partecipante all'associazione può essere affermata sulla base di un complesso di elementi probatori, quali dichiarazioni di testimoni, intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e appostamento, sequestri di documenti, che dimostrino il suo ruolo attivo e il suo contributo consapevole e volontario al raggiungimento degli scopi illeciti dell'associazione, anche in assenza di una prova diretta del suo specifico contributo causale a singoli reati-fine. La motivazione della sentenza di appello che confermi la decisione di primo grado può validamente richiamarsi alle argomentazioni di quest'ultima, senza necessità di una nuova e autonoma esposizione, quando le censure formulate non contengano elementi di novità rispetto a quelli già esaminati e disattesi dal giudice di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. POSTIGLIONE Amedeo - Presidente

Dott. DE MAIO Guido - Consigliere

Dott. TERESI Alfredo - rel. Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. SENSINI Maria Silvia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SO. Ru. Ga. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Milano in data 27.04.2006 che ha confermato la condanna alla pena di anni tre di reclusione euro 2.000.00 di multa, inflittagli nel giudizio di primo grado, per i delitti di cui all'articolo 416 c.p., articoli 110, 112 c.p., Legge n. 75 del 1958, articolo 3, comma 1, nn. 4 e 8, articolo 4, n. 1 e articolo 7;

Visti gli atti, la sentenza denunciata…

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