Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14172 del 27 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:14172PEN

Massima

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Il giudice di appello, dopo aver escluso una circostanza aggravante o riconosciuto un'ulteriore circostanza attenuante in accoglimento dei motivi proposti dall'imputato, può confermare la pena applicata in primo grado, ribadendo il giudizio di equivalenza tra le circostanze, purché tale decisione sia accompagnata da adeguata motivazione. Ciò non costituisce una violazione del divieto di reformatio in peius, in quanto la conferma della pena è soggetta al solo controllo di adeguatezza della motivazione ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p. Pertanto, il giudice di appello può mantenere la pena inflitta in primo grado, nonostante l'esclusione di una circostanza aggravante, qualora ritenga che la gravità della condotta, la personalità dell'imputato e l'intensità del dolo non consentano una riduzione di pena, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/12/2016 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. BONITO FRANCESCO MARIA SILVIO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. GALLI MASSIMO;
Il P.G. chiede l'annullamento con rinvio limitatamente al trattamento sanzionatorio.
Udito il difensore.
FATTO E DIRITTO
1. C…

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