Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16227 del 28 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:16227PEN

Massima

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Il porto ingiustificato di armi, anche di lieve entità, deve essere valutato alla luce di una pluralità di criteri, non limitandosi al solo dato quantitativo, ma considerando anche le modalità della condotta, il contesto in cui essa si è realizzata e gli elementi rivelatori della personalità dell'autore. Il giudizio di lieve entità non può fondarsi esclusivamente sulla circostanza che sia stato portato un solo coltello, ma richiede una valutazione complessiva degli elementi oggettivi e soggettivi della fattispecie, al fine di accertare se la condotta, pur formalmente integrando il reato, presenti effettivamente un disvalore contenuto e una minore pericolosità sociale dell'agente. In particolare, assume rilievo la modalità occulta del porto d'arma, la contestuale commissione di altri reati, nonché la reiterazione di condotte analoghe, elementi che possono escludere la sussistenza dell'attenuante e imporre una più severa valutazione della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI TRIESTE;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/02/2018 del TRIBUNALE di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE SANTALUCIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore TAMPIERI LUCA che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO

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