Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27566 del 26 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:27566PEN

Massima

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La condotta di creazione e utilizzo abusivo di un profilo social a nome di altra persona, al fine di indurre in errore sulla propria identità, integra il delitto di sostituzione di persona di cui all'art. 494 c.p., anche quando la persona sostituita sia consapevole della non titolarità del profilo, in quanto la condotta è idonea a trarre in inganno terzi destinatari dei messaggi falsamente attribuiti alla persona sostituita. Tuttavia, il reato si estingue per prescrizione quando il termine massimo, calcolato tenendo conto delle sospensioni, scade prima della pronuncia della sentenza di secondo grado, nonostante la condanna in primo grado, senza che ciò escluda la responsabilità civile dell'imputato accertata in sede penale secondo il criterio del "più probabile che non".

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/06/2022 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MATILDE BRANCACCIO;
udito il Sostituto Procuratore Generale ANDREA VENEGONI che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza per prescrizione del reato.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Catanzaro ha confermato la decisione di primo…

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