Cassazione penale Sez. III sentenza n. 18836 del 12 maggio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:18836PEN

Massima

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Il reato di pornografia minorile di cui all'art. 600-ter, comma 1, c.p. è un reato di danno e non di pericolo, che si consuma nel momento in cui le immagini realizzate dalle minori, che le ritraggono in posizioni erotiche o comunque scabrose, sono state inserite sul supporto telematico, momento in cui si realizza l'offesa del bene giuridico protetto, ovverosia la produzione del materiale realizzato sfruttando l'immagine delle vittime, di per sé foriero del danno, costituito dalla compromissione dell'evoluzione dell'equilibrio psicofisico e dello sviluppo della dimensione sessuale delle stesse. Pertanto, il luogo di consumazione del reato è quello in cui si è realizzata la produzione del materiale pedopornografico, ovvero il luogo in cui le minori hanno scattato le fotografie o registrato i video che le ritraevano in atteggiamenti lascivi, e non il luogo di ricezione del materiale da parte dell'imputato. Il mutamento giurisprudenziale intervenuto con la sentenza delle Sezioni Unite n. 51815/2018, che ha superato il precedente orientamento secondo cui il reato in esame era di pericolo presunto, non costituisce un'interpretazione imprevedibile, in quanto poggia sull'evoluzione in termini di capacità diffusiva dei social network, per cui qualunque materiale inserito in rete è destinato all'immediato raggiungimento di un numero indeterminato di soggetti. Inoltre, l'imputato, pur affetto da ritardo mentale, era consapevole del disvalore delle condotte tenute nei confronti delle minori adescate sulla rete, alle quali si era rivolto con toni volgari, rimproveri e frasi minacciose, rivelatori della sua ostinata volontà di ottenere le immagini scabrose che le ritraevano. Infine, il diniego delle attenuanti generiche e la determinazione della pena, anche in relazione alla continuazione, sono adeguatamente motivati, così come l'applicazione della misura di sicurezza, in considerazione del quadro patologico dell'imputato e della mancanza di elementi che attestino un suo miglioramento a seguito del percorso di riabilitazione intrapreso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - rel. Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 19.5.2020 della Corte di Appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. Donatella Galterio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Baldi Fulvio, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS) che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza…

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