Cassazione penale Sez. III sentenza n. 21017 del 31 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:21017PEN

Massima

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La collaborazione attiva dell'imputato con gli inquirenti, attraverso la messa a disposizione di informazioni utili all'identificazione dello spacciatore, integra la circostanza attenuante prevista dall'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990, a prescindere dalla natura oggettiva o soggettiva della stessa, in quanto il legislatore ha inteso premiare il comportamento collaborativo del reo finalizzato a interrompere o impedire la prosecuzione dell'attività delittuosa. Pertanto, la Corte di merito non può escludere l'applicabilità di tale attenuante sulla base di una valutazione meramente soggettiva del contributo fornito dall'imputato, dovendo invece considerare l'effettiva utilità delle informazioni fornite per l'identificazione dello spacciatore, a prescindere dal grado di consapevolezza o volontarietà della collaborazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - rel. Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 5.5.2011 della Corte di Appello di Roma;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

sentite le conclusioni del P.G., Dr. D'((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 5.5.2011 la Corte di Appello di Roma, in parziale riforma della sentenza emessa il 22.9.2010 dal Tribunale di Latina, s…

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