Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'esecuzione di lavori edilizi in assenza di autorizzazione paesaggistica su immobili o aree dichiarati di notevole interesse pubblico, anche se comportanti aumenti volumetrici non superiori alle soglie previste per la configurabilità del delitto, integra una fattispecie contravvenzionale ai sensi dell'art. 181, comma 1, del d.lgs. n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), come modificato a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale della precedente formulazione. Pertanto, in tali casi, il fatto non può più essere qualificato come delitto, ma costituisce una contravvenzione, soggetta al diverso regime sanzionatorio e prescrizionale. Ciò comporta che, ove la contravvenzione risulti estinta per prescrizione, debba disporsi l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata e la revoca dell'ordine di rimessione in pristino dello stato dei luoghi.