Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'autorizzazione edilizia rilasciata per la regolarizzazione e il mantenimento di una tettoia realizzata in applicazione delle previsioni di cui all'art. 20 della L.R. n. 4/2003 e all'art. 13 della L. n. 47/1985, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Ai fini dell'applicazione dell'art. 20 della L.R. n. 4/2003, che consente la chiusura di terrazze non superiori a 50 mq e la copertura di spazi interni con strutture precarie, è necessario che l'opera sia realizzata in modo tale da essere suscettibile di facile rimozione, indipendentemente dalla presenza di saldature o altri sistemi di ancoraggio, purché i punti di contatto tra le strutture rimangano distinti e non si determini un'immedesimazione con la costruzione originaria. 2. La verifica della sussistenza del requisito della superficie massima di 50 mq per l'applicabilità della norma in questione richiede un'adeguata istruttoria da parte dell'amministrazione comunale, che non può limitarsi a una stima sommaria, ma deve tenere conto di eventuali contestazioni e accertamenti tecnici specifici, al fine di determinare con esattezza l'estensione della terrazza oggetto di copertura. 3. L'amministrazione comunale, nel procedimento di rilascio dell'autorizzazione edilizia, è tenuta a valutare le osservazioni e le segnalazioni dei privati interessati, in applicazione dei principi di partecipazione e di corretto esercizio del potere amministrativo di cui agli artt. 7 e 10 della L. n. 241/1990. Pertanto, il Tribunale ha accolto il ricorso, annullando l'autorizzazione edilizia impugnata e onerando il Comune a svolgere una nuova istruttoria, al fine di verificare l'effettiva estensione della terrazza oggetto di copertura e la sussistenza dei requisiti per l'applicazione dell'art. 20 della L.R. n. 4/2003.