Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15550 del 18 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:15550PEN

Massima

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La reciproca aggressione tra contendenti non integra necessariamente la scriminante della legittima difesa. Affinché possa essere riconosciuta la legittima difesa, è necessario che l'azione difensiva sia proporzionata e sussistano i requisiti di necessità e attualità dell'offesa, non essendo sufficiente la mera reciprocità delle condotte offensive. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza della scriminante, deve accertare in concreto se l'imputato abbia agito per respingere un'offesa ingiusta e attuale, con mezzi proporzionati alla difesa, senza eccedere i limiti della necessaria difesa. La Corte di Cassazione, in sede di controllo della motivazione, non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di merito, ma deve limitarsi a verificare la razionalità e la coerenza interna della motivazione, senza poter riesaminare autonomamente gli elementi di fatto posti a fondamento della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. SABEONE Gerar - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. PA. (ANCHE P.C. NON RICORR.) N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 43/2009 TRIBUNALE di GENOVA, del 25/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SABEONE Gerardo;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'AMBROSIO Vito che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FAT…

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