Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14618 del 3 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:14618PEN

Massima

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Il vincolo della continuazione tra reati associativi di stampo mafioso può essere riconosciuto in sede esecutiva solo a seguito di una specifica indagine sulla natura dei vari sodalizi, sulla loro concreta operatività e sulla loro continuità nel tempo, al fine di accertare l'unicità del momento deliberativo e la sua successiva attuazione attraverso la progressiva appartenenza del soggetto ad una pluralità di organizzazioni ovvero ad una medesima organizzazione, diversamente articolata nel tempo. A tal fine, non è sufficiente il mero riferimento alla tipologia del reato e all'omogeneità delle condotte, essendo necessario verificare se i reati che si ritengono avvinti dal vincolo invocato siano stati concepiti nell'ambito di un programma unitario, non confondibile con la semplice reiterazione di una condotta criminosa espressiva di un programma di vita improntato al crimine. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel valutare la richiesta di continuazione, deve ricostruire preliminarmente il ruolo associativo ricoperto dal condannato nelle diverse organizzazioni mafiose giudicate, nonché l'evoluzione strutturale e organizzativa di tali gruppi criminali, al fine di accertare se le condotte delittuose siano state realizzate nell'ambito di un unico disegno criminoso, caratterizzato da un'identità territoriale e da una medesima programmazione, ovvero siano espressione di una pluralità di programmi delinquenziali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza emessa l'08/05/2018 dalla Corte di appello di Catania;
Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CENTONZE Alessandro;
Lette le conclusioni del Procuratore generale, nella persona del Dott. CUOMO Luigi, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe la Corte di appello di Catania, quale giudice dell'esecuzione, pronunciando…

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