Il conflitto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice militare non sussiste quando il giudice ordinario ha negato la propria giurisdizione a favore di quella militare in relazione a reati commessi da appartenenti a un corpo militare nell'esercizio dei loro compiti istituzionali, e il giudice militare ha affermato la propria competenza, essendovi convergenza tra le determinazioni assunte dalle due autorità giudiziarie. In tal caso, la denuncia di conflitto di giurisdizione proposta dalla difesa non è fondata, in quanto non vi è contrasto tra le pronunce dei due organi giurisdizionali, né si è verificata una stasi del processo, che è regolarmente in corso davanti al tribunale militare. Il giudice, pertanto, non è tenuto a disporre l'immediata trasmissione degli atti alla Corte di Cassazione ai sensi dell'art. 30 c.p.p., comma 2, dovendo previamente verificare se sussistano effettivamente i presupposti per un conflitto di giurisdizione ai sensi dell'art. 28 c.p.p. La situazione di contrasto tra le determinazioni assunte dalle diverse autorità giudiziarie è condizione necessaria affinché possa configurarsi un conflitto di giurisdizione rilevante ai fini dell'intervento della Corte regolatrice, essendo altresì necessario che tale contrasto abbia determinato l'arresto del corso del procedimento. In assenza di tali presupposti, il giudice può legittimamente respingere la denuncia di conflitto di giurisdizione, senza dover disporre la trasmissione degli atti alla Corte di Cassazione.