Il rilascio del nulla osta da parte dell'Ente Parco per la sanatoria di opere abusive realizzate all'interno di un'area boscata è subordinato alla valutazione dell'assenza di grave pregiudizio per le finalità di tutela del parco. L'Ente Parco, nell'esercizio dei propri poteri di tutela, deve esaminare caso per caso la compatibilità delle opere con la salvaguardia dell'ambiente naturale, verificando in particolare se i lavori abusivi hanno causato una sottrazione di superficie boscata, una trasformazione irreversibile dello stato originario del bosco per l'eliminazione di piante e la realizzazione di strutture permanenti, nonché una compromissione della stabilità dei suoli e dell'equilibrio idrogeologico. Ove ricorrano tali presupposti, l'Ente Parco può legittimamente negare il nulla osta, motivando adeguatamente l'impossibilità di dettare prescrizioni di adeguamento idonee a scongiurare il grave pregiudizio per le finalità di tutela. Il silenzio serbato dall'Ente Parco sulla richiesta di nulla osta non determina la formazione del silenzio-assenso, in quanto la sanatoria di opere abusive in aree protette è disciplinata dalla specifica procedura prevista dall'art. 24 della L.R. n. 37/1985, che non è soggetta all'applicazione dell'istituto del silenzio-assenso di cui all'art. 17, comma 6, della L.R. n. 4/2003.