Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la sentenza relativa all'annullamento di titoli edilizi per la realizzazione di un intervento edilizio, afferma il seguente principio di diritto: Il volume di un immobile esistente alla data del 30 giugno 2009, rilevante ai fini dell'applicazione della normativa regionale sul "piano casa", deve essere determinato computando l'altezza media ponderale dei fronti fuori terra, senza escludere le porzioni non visibili alla vista esterna per effetto di elementi architettonici come sporti o coperture. Le linee guida regionali che prevedono l'esclusione di tali porzioni dal computo volumetrico sono illegittime, in quanto introducono una deroga non prevista dalla legge regionale, che ha carattere eccezionale e deve essere interpretata restrittivamente. L'amministrazione può legittimamente annullare d'ufficio i titoli edilizi illegittimamente rilasciati, anche oltre il termine di 18 mesi previsto dalla legge, qualora l'interessato abbia ottenuto il titolo sulla base di una rappresentazione non veritiera della situazione di fatto e di diritto. In tali casi, l'interesse pubblico al ripristino della legalità urbanistica e paesaggistica prevale sull'affidamento ingenerato nel privato, non essendo configurabile una posizione di legittimo affidamento in capo a chi ha agito in modo fraudolento o erroneo. L'obbligo di motivazione dell'atto di annullamento d'ufficio è soddisfatto attraverso il richiamo alla non veritiera prospettazione dei fatti da parte del privato e all'interesse pubblico al ripristino della legalità, senza necessità di una puntuale dimostrazione dell'interesse pubblico prevalente, quando questo risulti evidente dalla natura e dalle caratteristiche del bene tutelato.