Il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, fondato esclusivamente sulla condanna penale del richiedente, senza una adeguata valutazione comparativa della sua situazione familiare e dei vincoli affettivi e sociali con il territorio nazionale, è illegittimo. L'amministrazione è tenuta, anche in presenza di condanne penali, a considerare la natura e l'effettività dei legami familiari dell'interessato, la durata del suo soggiorno nel territorio nazionale e i suoi collegamenti con il Paese di origine, al fine di bilanciare le esigenze di ordine pubblico e sicurezza con il diritto al rispetto della vita familiare, tutelato dall'art. 8 CEDU. Il provvedimento di diniego deve pertanto essere adeguatamente motivato in ordine a tali profili, non potendosi fondare su un automatico impedimento alla permanenza del nucleo familiare sul territorio nazionale.