Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25432 del 22 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:25432PEN

Massima

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La minaccia costitutiva del delitto di estorsione può essere manifestata anche in maniera indiretta, implicita ed indeterminata, purché sia idonea ad incutere timore e a coartare la volontà del soggetto passivo, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e alle condizioni ambientali in cui opera. Pertanto, la sinergica coniugazione del contesto ambientale, dei profili soggettivi dell'agente e dei concreti contenuti espressivi della frase rivolta alla parte offesa, può essere correttamente ritenuta dai giudici di merito come dotata di immediata carica intimidatoria e causalmente efficiente rispetto al fine di coartare la volontà della vittima, con perfetta integrazione del paradigma normativo contestato. La giurisprudenza di legittimità ha reiteratamente precisato che la minaccia, oltre a dover essere esplicita, palese e determinata, può assumere anche forme implicite ed indeterminate, purché sia idonea a incutere timore e a coartare la libertà della parte offesa, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e alle condizioni ambientali in cui opera. Nella fattispecie, i giudici di merito hanno richiamato con un percorso argomentativo coerente e privo di manifesta illogicità, le vicende processuali dell'imputato, già condannato per il delitto di associazione di tipo mafioso e all'epoca imputato di appartenenza a sodalizio di stampo mafioso, circostanze note nel piccolo ambiente cittadino e idonee a conferire concreta attitudine intimidatoria all'indiretta richiesta di denaro, formulata in maniera ipotetica ed eventuale secondo modalità tipiche di una criminalità che fa leva sul già acquisito prestigio criminale nell'ambito territoriale in cui agisce. Pertanto, la sinergica coniugazione del contesto ambientale, dei profili soggettivi dell'agente e dei concreti contenuti espressivi della frase rivolta alla parte offesa è stata correttamente ritenuta dai giudici di merito come dotata di immediata carica intimidatoria e causalmente efficiente rispetto al fine di coartare la volontà della vittima, con perfetta integrazione del paradigma normativo contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. DE SANTIS Anna Mar - rel. Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Salerno il 4/04/2016;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
Udita nell'udienza pubblica del 4/4/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dott. De Santis Anna Maria;
Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. CUOMO Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con senten…

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