La misura cautelare della custodia in carcere per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416-bis c.p.) è assistita dalla presunzione di pericolosità sociale del soggetto, la quale non può essere superata dal semplice decorso del tempo, richiedendosi elementi concreti che dimostrino il venir meno delle esigenze cautelari. Inoltre, la compatibilità delle condizioni di salute del detenuto con il regime carcerario deve essere valutata tenendo conto della possibilità di effettuare gli opportuni accertamenti e trattamenti sanitari all'interno della struttura penitenziaria o in strutture ospedaliere esterne, senza che ciò comporti necessariamente la revoca o la sostituzione della misura cautelare, purché sia assicurata un'adeguata assistenza medica. La motivazione del provvedimento che rigetta l'istanza di revoca o sostituzione della custodia cautelare in carcere è ritenuta congrua e sufficiente quando fa esplicito riferimento al contenuto di una perizia medica e alle concrete possibilità di garantire le cure necessarie al detenuto nell'ambito dell'esecuzione della misura cautelare.