Consiglio di Stato sentenza n. 4808 del 2012

ECLI:IT:CDS:2012:4808SENT

Massima

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Il diritto di proprietà privata, costituzionalmente garantito, non può essere espropriato o acquisito dalla pubblica amministrazione in assenza di un regolare procedimento espropriativo, con la previa emanazione di un decreto di esproprio o di un accordo di cessione volontaria. L'occupazione sine titulo di un bene immobile da parte della pubblica amministrazione, senza il previo espletamento di tale procedimento, integra un illecito permanente che non è soggetto a prescrizione e che obbliga l'amministrazione a porre rimedio alla situazione contra ius mediante la restituzione dell'immobile al proprietario o l'acquisizione della proprietà attraverso il pagamento di un indennizzo. Tale indennizzo deve comprendere sia il risarcimento del danno patrimoniale, determinato in misura corrispondente al valore venale del bene, con applicazione dei criteri previsti per l'indennità di espropriazione, sia il risarcimento del danno non patrimoniale, forfetariamente liquidato in una percentuale del valore del bene. Per il periodo di occupazione sine titulo, deve inoltre essere corrisposto un interesse risarcitorio sul valore del bene. L'amministrazione ha il dovere di porre fine all'illecito permanente, provvedendo in tempi ragionevoli all'acquisizione del bene mediante il pagamento dell'indennizzo dovuto, al fine di evitare l'incremento del debito e la conseguente responsabilità erariale.

Sentenza completa

N. 04125/2010
REG.RIC.

N. 04808/2012REG.PROV.COLL.

N. 04125/2010 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4125 del 2010, proposto da:
Comune di Bagnara Calabra (RC), in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’Avv. ((omissis)), con domicilio eletto in Roma presso lo studio dell’Avv. ((omissis)), via Nizza, 59;

contro

Calabrò Paolo, in proprio e quale procuratore generale di Calabrò Antonino, Calabrò Vincenza, Calabrò Vincenzo e Calabrò Mimmo, costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso dall’Avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso la Segreteria della Sezione in Roma, piazza Capo di Ferro, 13;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. per la Calabria, Sezione staccata…

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