Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13268 del 29 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:13268PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo un diritto costituzionalmente garantito, non può essere invocato quando le espressioni utilizzate superano il limite della continenza e attribuiscono intenzionalmente all'oggetto della critica condotte illecite o moralmente disonorevoli. Pertanto, la scriminante del diritto di critica non opera quando le affermazioni, per il loro tenore e per la reiterazione, prospettano senza mezzi termini un uso distorto e illecito della funzione da parte dell'ente o soggetto criticato, integrando gli estremi del reato di diffamazione. In tali casi, la valutazione della continenza della critica deve tenere conto non solo del contenuto delle espressioni utilizzate, ma anche dell'imponenza dell'invettiva e della rappresentazione del soggetto criticato come "dominus plenipotenziario" della materia oggetto della critica, essendo necessario che la critica, pur potendo essere aspra, si mantenga entro i limiti della continenza e non assuma i connotati di un attacco personale e diffamatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/06/2018 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO CAPUTO.
Uditi in pubblica udienza: il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dr. Epidendio Tomaso, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
per le parti civili, l'Avv. (OMISSIS), che ha concluso per il rigetto, depositando conclusioni e no…

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