Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso per l'ottemperanza della sentenza n. 7578/2021, afferma che l'occupazione temporanea e d'urgenza di un'area privata, disposta in forza di una dichiarazione di pubblica utilità e di un decreto di occupazione, senza il successivo provvedimento di definitivo asservimento e costituzione della relativa servitù, integra un'imposizione coattiva di una servitù sul fondo del privato protrattasi oltre i termini previsti dalle disposizioni adottate in via d'urgenza. In tal caso, l'amministrazione è tenuta a porre rimedio a tale situazione antigiuridica, entro un termine assegnato, adottando discrezionalmente e in via alternativa: 1) il provvedimento di cui all'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001; 2) la rimozione dell'opera e il risarcimento del danno; 3) la stipula di un accordo transattivo che contempli anche il risarcimento del danno. In caso di persistente inottemperanza dell'amministrazione, il Tribunale può nominare un commissario ad acta per l'esecuzione della sentenza, senza accogliere la richiesta di penalità di mora, in considerazione della controversa questione della legittimazione passiva e dell'effettività della tutela giurisdizionale garantita dalla nomina del commissario. Le spese di lite seguono la soccombenza.