Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 9180 del 8 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:9180PEN

Massima

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L'attenuante di cui all'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990 (c.d. "collaborazione processuale") può essere riconosciuta solo quando le rivelazioni dell'imputato abbiano concretamente contribuito in modo decisivo alla neutralizzazione di traffici in atto o alla sottrazione di risorse rilevanti per la commissione di ulteriori delitti, non essendo sufficiente una mera confessione di fatti marginali o già noti agli inquirenti. La collaborazione dell'imputato deve pertanto essere "concreta" e "proficua", costituendo la "condicio sine qua non" per il raggiungimento degli obiettivi voluti dalla norma, senza che rilevino mere manifestazioni verbali o buone intenzioni non tradottesi in un effettivo apporto alle indagini. Il riconoscimento dell'attenuante richiede quindi un contributo dell'imputato che abbia effettivamente consentito di evitare ulteriori conseguenze dell'attività delittuosa, attraverso l'individuazione dei responsabili o il sequestro di risorse decisive per la prosecuzione dei traffici illeciti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. ROMIS Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. FOTI Giacomo - Consigliere

Dott. MASSAFRA Umberto - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1922/2010 CORTE APPELLO di SALERNO, del 01/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/12/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VINCENZO ROMIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 5 luglio 2010 il…

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