Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive realizzate in assenza di titolo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, afferma che: 1. L'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive rientra nella competenza del dirigente comunale o del responsabile del competente ufficio comunale, trattandosi di tipico potere gestionale ai sensi dell'art. 107 comma 3 lett. g del d.lgs. 267/2000, e l'art. 27 del d.P.R. n. 380 del 2001 individua espressamente tale competenza. 2. L'onere della prova in ordine alla data di realizzazione delle opere edilizie grava sul privato, in applicazione del principio di vicinanza della prova, e il mancato assolvimento di tale onere non consente di far rientrare le opere in questione tra gli interventi di semplice manutenzione straordinaria. 3. In caso di vincolo paesaggistico, qualsiasi intervento idoneo ad alterare il pregresso stato dei luoghi deve essere preceduto da autorizzazione paesaggistica, con conseguente sanzione demolitoria in caso di titolo carente, a prescindere dalla classificazione degli abusi ai fini dei titoli edilizi. 4. I provvedimenti di repressione degli abusi edilizi in zone sottoposte a vincolo paesaggistico sono atti vincolati che non richiedono una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico al ripristino e della sua prevalenza sull'interesse privato, in quanto l'interesse pubblico all'ordinato svolgimento dell'attività urbanistico-edilizia e all'armonico sviluppo del territorio è "in re ipsa" e non può trovare limite nell'interesse al mantenimento di opere abusive. 5. I vizi di carattere meramente formale del procedimento sono irrilevanti ai fini dell'annullamento del provvedimento, in applicazione dell'art. 21 octies, comma 2, della legge n. 241 del 1990.