Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32807 del 22 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:32807PEN

Massima

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Il dolo del reato di furto, quale elemento soggettivo della fattispecie, deve essere interpretato in senso ampio, ricomprendendo non solo il fine di profitto in senso economico-patrimoniale, ma anche il perseguimento di vantaggi di natura non patrimoniale, purché realizzabili attraverso l'impossessamento della cosa mobile altrui. Tuttavia, tale nozione ampia di "fine di profitto" non può ritenersi integrata laddove l'imputato dimostri che la sottrazione del bene fosse strumentale al mero intento di riallacciare i rapporti con la persona offesa, senza alcun collegamento con finalità di lucro, neppure indiretto. Inoltre, ai fini della configurabilità del furto con strappo, non è necessario che si verifichi un danno materiale al bene sottratto, essendo sufficiente che la cosa sia stata divelta dal possesso della vittima con l'impiego di una certa energia fisica. Quanto all'attenuante del risarcimento del danno ex art. 62, n. 6 c.p., essa presuppone non solo la restituzione integrale del maltolto, ma anche che tale condotta abbia efficacemente eliminato o attenuato le conseguenze dannose o pericolose del reato, in relazione al bene giuridico tutelato dalla norma penale violata. Pertanto, il mero risarcimento pecuniario, anche se tempestivo, non è sufficiente a integrare tale circostanza attenuante, laddove non risulti che l'imputato abbia posto in essere condotte riparatorie idonee a incidere sulla lesione del bene giuridico protetto. Infine, in tema di lesioni personali, il dolo eventuale non può ritenersi integrato quando le lesioni siano conseguenza non voluta di una condotta criminosa diversa, come nel caso in cui l'imputato, nel contrastare fisicamente la vittima, non abbia potuto prevedere né accettare il rischio che questa, opponendosi, cadesse dal mezzo di trasporto su cui era stata costretta a salire, riportando lesioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SCARLINI E. V. S. - Consigliere

Dott. MICHELI Pao - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI E. Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 09/11/2015 dalla Corte di appello di Firenze;
visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il difensore di (OMISSIS) ricorre avverso la pronuncia indicata in epigrafe…

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