Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18906 del 5 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18906PEN

Massima

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Il rilascio di false dichiarazioni sulle proprie generalità a pubblici ufficiali integra il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficente sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.), il cui accertamento da parte del giudice di merito non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione risulta logica e coerente con le acquisizioni processuali, senza che sia consentito al giudice di legittimità una diversa valutazione delle prove. Inoltre, il vincolo della continuazione tra reati non può essere riconosciuto quando le singole violazioni di legge siano effetto di autonome determinazioni ideate e attuate di volta in volta, senza un unico disegno criminoso preordinato, come nel caso di false dichiarazioni rese successivamente a un reato di furto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V.S. - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 36/2014 della Corte di Appello di Lecce del 16.04.2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Roberto Amatore;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CORASANITI Giuseppe che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Lecce, in parziale riforma della …

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