Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio della propria discrezionalità in materia di rilascio e revoca delle licenze di polizia per il commercio di oggetti preziosi, può legittimamente revocare la licenza già concessa qualora emergano, sulla base di un'adeguata e puntuale motivazione, gravi condotte criminali poste in essere dal titolare nell'esercizio dell'attività autorizzata, tali da far ragionevolmente ritenere il rischio di un futuro abuso del titolo di polizia a fini illeciti, anche in considerazione della particolare "sensibilità" di tale attività commerciale, foriera di possibili condotte di riciclaggio. In tali casi, l'Amministrazione non è tenuta a procedere preliminarmente alla sospensione della licenza, essendo il potere di revoca previsto dall'art. 10 del T.U.L.P.S. alternativo e discrezionale rispetto a quello di sospensione, in relazione alle circostanze concrete. La valutazione dell'Amministrazione, fondata su un prudente apprezzamento di tutte le circostanze rilevanti, deve essere sorretta da un'adeguata e congrua motivazione, che consenta il controllo giurisdizionale sulla razionalità e non arbitrarietà delle determinazioni assunte.