Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43076 del 22 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:43076PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra più reati presuppone l'anticipata ed unitaria ideazione di tali violazioni della legge penale, pur non essendo necessaria la prova diretta dell'intento volitivo unitario dell'agente, il quale può essere logicamente dedotto da indici esterni significativi, quali l'omogeneità delle condotte, la vicinanza temporale, l'identità o l'omogeneità dei reati commessi. Tali elementi sintomatici devono essere adeguatamente valutati dal giudice di merito, la cui motivazione deve risultare logica e priva di vizi, senza potersi limitare ad affermazioni apodittiche o a mere congetture. L'accertamento della sussistenza del vincolo della continuazione, rimesso alla discrezionalità del giudice di merito, è insindacabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione congrua.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo Presidente del 26/10/2 -

Dott. IANNELLI Enzo Consigliere SENTE -

Dott. VECCHIO Massimo Consigliere N. 3 -

Dott. CAVALLO Aldo Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. BONITO Francesco M. S. rel. Consigliere N. 19478/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PL. MA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 117/2010 GIP TRIBUNALE di TREVISO, del 11/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette le conclusioni del PG Dott. Volpe Giuseppe che ha chiesto l'annullamento con rinvio della ordinanza impugnata.

La Corte:<…

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