Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 4096 del 2015

ECLI:IT:TARNA:2015:4096SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo di rigetto di un'istanza di emersione dal lavoro irregolare subordinato può essere legittimamente revocato in autotutela dall'amministrazione competente, anche in pendenza di un giudizio di impugnazione, qualora emergano elementi che ne giustifichino l'annullamento. In tal caso, il giudice amministrativo, accertata la sopravvenuta cessazione della materia del contendere, condanna l'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio in favore del ricorrente, in applicazione del principio della soccombenza virtuale, tenuto conto della astratta fondatezza del ricorso originariamente proposto. La revoca in autotutela del provvedimento impugnato, intervenuta prima della decisione del giudizio, determina la cessazione della materia del contendere, con conseguente condanna dell'amministrazione al pagamento delle spese processuali, pur in assenza di una pronuncia nel merito, in applicazione del principio della soccombenza virtuale, qualora emerga l'astratta fondatezza del ricorso originariamente proposto. Tale soluzione consente di tutelare adeguatamente la posizione del ricorrente, evitando che lo stesso debba sopportare i costi del giudizio a fronte di un provvedimento amministrativo illegittimo, poi corretto in via di autotutela. Il giudice amministrativo, accertata la sopravvenuta cessazione della materia del contendere a seguito della revoca in autotutela del provvedimento impugnato, condanna l'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio in favore del ricorrente, in applicazione del principio della soccombenza virtuale, tenuto conto della astratta fondatezza del ricorso originariamente proposto. Tale soluzione consente di tutelare adeguatamente la posizione del ricorrente, evitando che lo stesso debba sopportare i costi del giudizio a fronte di un provvedimento amministrativo illegittimo, poi corretto in via di autotutela. La revoca in autotutela del provvedimento impugnato, intervenuta prima della decisione del giudizio, determina la cessazione della materia del contendere, con conseguente condanna dell'amministrazione al pagamento delle spese processuali, pur in assenza di una pronuncia nel merito, in applicazione del principio della soccombenza virtuale, qualora emerga l'astratta fondatezza del ricorso originariamente proposto. Tale soluzione consente di tutelare adeguatamente la posizione del ricorrente, evitando che lo stesso debba sopportare i costi del giudizio a fronte di un provvedimento amministrativo illegittimo, poi corretto in via di autotutela.

Sentenza completa

N. 00627/2015
REG.RIC.

N. 04096/2015 REG.PROV.COLL.

N. 00627/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 627 del 2015, proposto da:
((omissis)), rappresentato e difeso dagli avv. ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio eletto presso l’avv. ((omissis)) in Napoli, ((omissis)) 11;

contro

Ministero dell'Interno (U.T.G. - Prefettura di Napoli), in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato Napoli, presso la quale è domiciliato in Napoli, Via Diaz, 11;

per l'annullamento:

del provvedimento di rigetto adottato dall’U.T.G. di Napoli – Sportello Unico per l’Immigrazione Prot. N. P-NA/L/ 2012/115350 con riguardo alla …

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