Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37569 del 9 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:37569PEN

Massima

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Il pericolo concreto ed attuale di reiterazione del reato, quale presupposto per il mantenimento della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto dalla gravità e particolare efferatezza della condotta delittuosa posta in essere dall'imputato, dal numero elevato di colpi inferti alla vittima, dalla profondità delle ferite provocate e dalla scarsa capacità di autocontrollo dimostrata, anche in assenza di precedenti specifici, ove tali elementi siano adeguatamente motivati dal giudice sulla base delle risultanze processuali. Il mero decorso del tempo dalla commissione del fatto e la definizione del giudizio di merito in primo grado con la condanna dell'imputato, pur costituendo dati rilevanti, non sono di per sé sufficienti a far ritenere cessato il pericolo di reiterazione, in assenza di ulteriori elementi concreti idonei a modificare il quadro complessivo accertato con la decisione di colpevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 231/2015 TRIB. LIBERTA' di CALTANISSETTA, del 15 settembre 2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;
sentite le conclusioni del PG Dott. MARINELLI Felicetta, la quale ha chiesto il rigetto del ricorso;
udito il difensore Avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Caltanissetta, con ordinanza deliberata il 15 settembre 2015, rigettava l'appello proposto da (OMISSIS) avverso il provvedimento de…

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