Cassazione penale Sez. III ordinanza n. 15374 del 3 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:15374PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la motivazione di un provvedimento cautelare, deve verificare la logicità e la coerenza del ragionamento seguito dal giudice di merito, senza poter sindacare direttamente la ricostruzione fattuale operata, salvo che non emergano specifici vizi logico-giuridici. Pertanto, la mera prospettazione di una diversa ricostruzione alternativa degli elementi di prova da parte del ricorrente non è sufficiente a integrare un vizio motivazionale, essendo necessario che vengano denunciati concreti e specifici difetti della motivazione adottata dal giudice di merito. Inoltre, il giudice non è tenuto a esplicitare ogni singolo elemento probatorio valutato, essendo sufficiente che la motivazione risulti complessivamente adeguata e coerente, salvo il caso di fatti decisivi non considerati. Infine, in tema di esigenze cautelari, il giudice può fondare il pericolo di reiterazione del reato sulla gravità e modalità della condotta criminosa, ritenuta espressiva di una personalità incline a commettere gravi reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - rel. Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 880/2012 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 07/06/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHIARA GRAZIOSI;

sentite le conclusioni del PG Dott. SALZANO Francesco rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) di (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza emessa in data 7 giugno 2012 il Tribunale di Bari ha respinto la richiesta di riesame di (OMISSIS) dell'ordinanza de…

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